Centro in provincia di Latina, 57 km a SE del capoluogo, a 55 m sul litorale tirrenico fra Terracina e Gaeta; il nucleo più antico dell'abitato si raccoglie su un dosso calcareo ed è racchiuso in parte dalla cinta muraria medievale. Comune di 18 km2 con 3780 ab.; produzione di pomodori, agrumi, olive e cereali; pesca; industrie delle materie plastiche. Turismo balneare.  Nei dintorni sono i resti di una villa romana di età imperiale, caratterizzata da una grotta, detta grotta di Tiberio, adattata a triclinio e ninfeo, con piscina circolare al centro, originariamente decorata da  grandi gruppi scultorei venuti in luce in frammenti a iniziare dal 1956. I gruppi raffigurano episodi della guerra troiana (Menelao e Patroclo, Ratto del palladio) e delle avventure di Ulisse. Relativi a questi ultimi sono il gruppo di Polifemo accecato da Ulisse e dai suoi compagni e quello della nave di Ulisse assalita da Scilla, originariamente collocato al centro della piscina (ora tutte le opere sono conservate nel museo locale); la nave reca i nomi degli scultori rodi Agesandro, Atenodoro e Polidoro, autori anche del celebre Laocoonte vaticano. Sono stati trovati anche i frammenti di un gruppo di Ganimede e l'aquila, appeso alla volta della caverna. Per quanto molto discusse, queste opere sono generalmente considerate copie romane di originali ellenistici.
Museo e Grotta di Tiberio
Il   museo fu appositamente edificato nel 1963 per ospitare i monumentali gruppi scultorei rinvenuti in migliaia di frammenti alla fìne degli anni Cinquanta nella celebre Grotta che si apre sul mare, elemento caratterizzan­te di un vasto complesso residenziale solitamente identificato con il praetormiurn, cioé palazzo, posseduto dall’imperatore Tiberio.
All’inizio dell’età imperiale l’antro fu infatti trasformato in paesaggio mitologico decorato da uno straordinario allestimento scultoreo di soggetto omerico che venne scenograficamente disposto intorno e all’interno di un bacino circolare ricavato entro la grandiosa abside. Si sono identificati finora quattro gruppi principali raffiguranti le imprese di Ulisse: accecamento di Polifemo da parte dell’eroe e di alcuni compagni, assalto del mostro SedIa alla nave e uccisione di sei compagni soffocati dalle spire serpentine , ratto del Palladio dal tempio troiano di Atena da parte di Ulisse e Diomede, e infine il cd. Pasquino, in cui è stato recentemente riconosciuto Ulisse che trascina il corpo di Achille. La raccolta comprende altri pregevoli reperti, in massima parte scultorei, riferibili all’apparato ornamentale della villa: accanto a opere di intento celebrativo della gens Iulia (rilievo di Venere Genitrice, erma del cd. Enea), figurano immagini di divinità (Dioniso, Athena, Salus), esemplari di ritrattistica (testa di Traiano e di un imperatore di età tetrarchica ecc.) ed elementi prettamente decorativi (statua di fanciulla panneggiata Identificabile forse con Circe. putti, satirelli, maschere teatrali), databili soprattutto al I sec. d.C. Si tratta in genere di repliche o rielaborazioni in marmo di archetipi, spesso bronzei, del periodo classico ed ellenistico (V-IV e 111-I sec. a.C.), anche se nomi mancano creazioni di carattere arcaizzante o di sapore eclettico. Di particolare interesse è l’iscrizione in versi di un tal Faustinus, forse un ospite occasionale, che esalta la decorazione della grotta. Nelle vetrine sono conservate suppellettili e manufatti minuti (vasi attici, terrecotte architettoniche, ceramiche sigillate africane, lucerne cristiane, ecc.) che documentano l’ininterrotta continuità di vita del sito fino al periodo post­classico.
Fonte: dati pubblicazioni APT della Provincia di Latina